GIUSEPPE GARIBALDI (NIZZA 1807- CAPRERA 1882). TRAVOLGENTE E LEGGENDARIA FU L’ EPOPEA STORICA CHE CARATTERIZZÒ L’ EROE DEI DUE MONDI, IL PALADINO DELL’ UNITÀ D’ ITALIA, IL GIROVAGO E COMBATTENTE CHE HA SBARAGLIATO TUTTI IN QUANTO A INDIPENDENZA E STRARIPANTE EROISMO, IL RIBELLE DI PROFESSIONE CHE CONQUISTERÀ AMMIRAZIONE IN TUTTI I CONTINENTI. NELLA MEDAGLIA PRESENTATA QUI IN BASSO SI PALESA UN ASPETTO STORICO DELLE MILLE TUMULTUOSE ESPERIENZE DI VITA DI GARIBALDI: IL GENERALE GARIBALDI A DIFESA DELLA REPUBBLICA ROMANA.
NEL FEBBRAIO DEL 1849 GIUSEPPE GARIBALDI FU ELETTO DEPUTATO NELL’ ASSEMBLEA COSTITUENTE, ENTRANDO SPESSO IN CONTRASTO CON MAZZINI, UNO DEI CAPOSTIPITI DELL’ UNITÀ D’ ITALIA ( NON SI SA ESATTAMENTE QUANDO GARIBALDI ADERÌ ALLA GIOVINE ITALIA MAZZINIANA). IL 30 APRILE GARIBALDI RESISTETTE STRENUAMENTE PER LA DIFESA DI ROMA DALL’ ASSEDIO FRANCESE : SCONTRO MEMORABILE FU QUELLO DEL GIANICOLO, UNO DEI MOMENTI PIÙ TOCCANTI DEL RISORGIMENTO. IN FUGA MA NON BATTUTO, SI RIFUGERÀ PRIMA IN MAROCCO E POI ANCORA IN AMERICA LATINA. MA LA SUA FAMA ERA ORMAI TRABOCCANTE NEL MONDO INTERO.
NEL 1854, DOPO IL NUOVO RIAVVICINAMENTO AL VECCHIO CONTINENTE, DECISE DI APPOGGIARE I SAVOIA, ALLONTANANDOSI DALLA CAUSA REPUBBLICANA ABBRACCIATA DA MAZZINI. FU PROTAGONISTA INDISCUSSO NELLA SECONDA GUERRA D’ INDIPENDENZA CONTRO L’ AUSTRIA, A CAPO DEI ” CACCIATORI DELLE ALPI”, GIÀ ALL’ OPERA PER L’ UNITÀ D’ ITALIA…ANCHE SE CAPI’ NON ESSERE L’ OBIETTIVO PRINCIPALE DEI SAVOIA. DEMORALIZZATO MA NON PIEGATO DA TANTE VICISSITUDINI DELUDENTI, SI DEDICHERÀ A QUELL’ IMPRESA CHE PIÙ DI TUTTE LO IMMORTALERÀ NELLA STORIA DEGLI EROI POPOLARI DI TUTTI I TEMPI E CONTINENTI : LA SPEDIZIONE DEI “MILLE” PER LA CONQUISTA DEL REGNO DELLE DUE SICILIE.
IN QUEL 6 MAGGIO PARTIRONO DA GENOVA MILLE UOMINI IMPAVIDI ISPIRATI AL CARISMA DI GARIBALDI. IL 14 MAGGIO 1860 GARIBALDI SI PROCLAMÒ DITTATORE DELLA SICILIA A SALEMI. IL 7 SETTEMBRE ENTRÒ A NAPOLI DA TRIONFATORE, AFFIANCATO DA UN SEMPRE PIÙ IMPONENTE STUOLO DI VALOROSI. AVEVA APERTO LA STRADA A VITTORIO EMANUELE II E ALL’ UNITÀ D’ ITALIA. AL PARI DEL SUO VALORE SAREBBE STATA LA SUA MODESTIA, GIACCHÉ RICOMPENSE NON VOLLE…ALLO SCOPO DI RIMANERE ESPRESSIONE LIBERA E INDIPENDENTE. CAPITOLO GLORIOSO DELLA STORIA DI UN ITALIANO D’ AZIONE, INDOMABILE, AMATO E POPOLARE, DALLA FAMA SCONFINATA, TANTO CHE LINCOLN GLI OFFRÌ UN RUOLO DI COMANDO NELLA GUERRA DI SECESSIONE AMERICANA, CHE EGLI PERÒ RIFIUTÒ.
ANCORA GESTA MEMORABILI PROSEGUIRONO SENZA SOSTA COME CONDOTTIERO IN CAMPAGNE DI COMBATTIMENTO NEL 1866, IN OCCASIONE DELLA TERZA GUERRA D’ INDIPENDENZA, CHE CONSENTIRÀ ALL’ ITALIA DI ACQUISIRE VENEZIA E IL VENETO. MA RIMANEVA ANCORA ROMA DA LIBERARE : TUTTAVIA FU SCONFITTO A MENTANA IL 3 NOVEMBRE 1867. ROMA TORNERÀ ALL’ ITALIA (20 SETTEMBRE 1870) SOLO DOPO LA CADUTA DELL’ IMPERO DI NAPOLEONE III.
IL GENERALE GARIBALDI DEDICHERÀ L’ ULTIMA SUA CAMPAGNA ALLA FRANCIA, QUANDO, TRA IL 1870 E IL 1871, DIFENDERÀ DIGIONE DAI TEDESCHI. GRAZIE, QUINDI, LA STORIA TI È GRATA, UOMO E CONDOTTIERO GRANDE DAVVERO, GENERALE PATRIOTA SENZA PAURA, CONCENTRATO E INARRESTABILE NEL RAGGIUNGIMENTO DELL’ UNITÀ NAZIONALE, CON IL MOTTO ” QUI SI FA L’ ITALIA O SI MUORE”. PROPRIO IN VIRTÙ DI QUESTE SUE CARATTERISTICHE, PERTANTO, FU CONSIDERATO ALLORA UN PERICOLOSO EVERSIVO RADICALE…SERVITO ALLA CAUSA, PERÒ!! COLUI CHE HA VISSUTO IN UNA VITA MILLE VITE SI SPENSE A CAPRERA, ISOLA ELETTA SUA DIMORA, IL 2 GIUGNO 1882.
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