ANNIVERSARIO LIBERAZIONE 25 APRILE 1945
Per ogni anniversario celebrativo di quel 25 Aprile 1945, un turbine di foto, cartoline, medaglie e manufatti di vario genere catturano quegli interminabili istanti di uno spaccato storico tragico in cui le forze partigiane sferrarono l’ attacco finale contro gli occupanti nazisti e il contingente fascista della Repubblica di Salò, decretandone la ritirata e l’ annientamento. Tra il 21 e il 28 Aprile le principali città italiane furono affrancate con la cacciata degli occupanti tedeschi e dei loro alleati fascisti. A capeggiare l’ insurrezione, in un ruolo di primo piano, fu il capoluogo milanese, città che rivestì un ruolo speciale nella storia della resistenza italiana.
La data del 25 Aprile fu, pertanto, acquisita come simbolica per celebrare l’ anniversario della liberazione italiana dal nazifascismo, rivestendo il significato di termine ultimo della esistenza della Repubblica di Salò : infatti, il CLNAI ( Comitato Liberazione Nazionale Alta Italia), in quel giorno, proclamò l’ insurrezione in tutti i territori occupati, facilitando di fatto il varco alle forze alleate. Solo per breve enunciazione si ricordano alcuni dei capi del CLNAI, tra cui Sandro Pertini, Leo Valiani, Alfredo Pizzini, Luigi Longo, Emilio Sereni.
Fin qui alcuni dei fatti salienti, forse mai dipanati abbastanza, di un doloroso stralcio di storia nazionale, senza chiavi di lettura, se non quelle deducibili dai fatti stessi, poiché tale fu l’ epilogo del terrore, stratificato negli anni bui della fame, della morte, dell’ odio, della guerra degli stati e non dei popoli, storia di lutti senza fine, tra cittadini di uno stesso popolo, che forse non potremmo mai immaginare fino in fondo, e, per questo motivo, ripetibile.
Quello che è dato sapere di quel 25 Aprile di 76 anni fa è, sì, tramandato dalla storia, ma non ci giungerà mai abbastanza forte, con i suoi principi insensati di vite ingannate e orgoglio calpestato, perché non si debba ripetere mai più? Le ragioni della storia si protrarranno nei secoli, da qualsiasi punto di vista le si voglia osservare. Le medaglie qui presenti sono l’ espressione iconica della devastazione di un popolo, conclusosi così, ma anche di un popolo che è andato avanti, senza dimenticare.
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